Unanime
cordoglio per la scomparsa di Teodoro Buontempo, storico esponente della destra
italiana, per anni consigliere comunale, parlamentare e dirigente della Giovane
Italia, del Fronte della Gioventù, del Movimento Sociale Italiano, di Alleanza
Nazionale e de La Destra di Francesco Storace. Oggi, tutta la comunità della
destra sociale, anche se politicamente divisa, piange, unita e commossa, il
mitico Camerata Teo, militante coerente e coraggioso, come un leone, anche se era
soprannominato “Er Pecora” (per la sua capigliatura e le sue orgogliose origini
abruzzesi).
Quando veniva a Milano, eravamo io, Romano Favoino, Ciube ed il
Teto, ad andarlo a prendere all’aeroporto di Linate, e ad accompagnarlo, per
tutta la Lombardia, a dibattiti televisivi, convegni politici e cene
cameratesche (anche da Oscar, a Porta Venezia). Qualche volta ho avuto il piacere
di ospitarlo a casa mia, anche a dormire. Veramente tanti sono i bei ricordi e gli
aneddoti che, in questo triste giorno, mi tornano in mente: una epica campagna
elettorale per il comune di Roma (in giro per le borgate con il principe Lilio
Sforza Ruspoli, candidato sindaco missino), una movimentata manifestazione
milanese alle Stelline di Corso Magenta (insieme a Giorgio Pisanò), un
pellegrinaggio a Predappio insieme al senatore Cesare Biglia ed agli ex
combattenti della RSI, una goliardica trasferta nel Monferrato (tra incontri
politici e degustazione di grappe, delle quali era un vero intenditore),
l’ultimo congresso nazionale del MSI ed il primo di AN, il suo ufficio romano
con vista sull’Altare della Patria, l’esperimento del movimento Fronte degli
Italiani, del quale sono stato rappresentante a Milano.
Che personaggio
straordinario, di grandissima umanità e generosità, sempre in prima fila quando
c’era da combattere una giusta battaglia. Per qualche tempo non ci siamo più
sentiti, poi ci siamo rivisti con la nascita de La Destra, del quale era promotore
e presidente, e nelle cui liste mi sono candidato, per ben due volte, come
indipendente alla camera dei deputati. Sperava sempre nella unità dell’area,
non parlava mai male di nessuno, anzi, aveva sempre una parola buona per tutti,
cercava sempre di guardare il lato positivo delle cose. Negli ultimi giorni
della sua vita terrena, gli siamo rimasti vicino nella preghiera ed ora che è
andato oltre, siamo sicuri che continuerà a marciare spiritualmente al nostro
fianco, a difendere ed a consigliare i suoi camerati, la sua comunità che oggi vorrebbe
vedere, finalmente, riunirsi in un nuovo e grande fronte nazionale e popolare.
Ciao Teodoro, grazie di tutto, veglia su di noi!
Roberto Jonghi Lavarini
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